15 dicembre 2008

Il nostro piano era perfetto. Io e Andrea entrammo in bagno durante l’intervallo tra la terza e la quarta ora. Giovanni, il mio compagno di banco, faceva la guardia fuori dalla porta. Il tempo a disposizione non era molto ma, siccome c’era la verifica di Matematica, sapevamo che tutti i nostri compagni, durante il cambio d’ora, sarebbero rimasti nell’aula a sistemare, nelle maniche della camicia o sotto l’astuccio, foglietti con le formule. “È inutile” pensai, mentre cercavo di tappare lo scarico dei lavandini con la carta igienica. Andrea strappava i quadretti bianchi e io li schiacciavo dentro il tubo. Poi, prima di abbandonare la scena del crimine e sgattaiolare in classe, aprimmo i rubinetti.
Secondo i miei calcoli, il lavandino avrebbe contenuto un volume di circa otto litri d’acqua e, considerando che il rubinetto avrebbe erogato più o meno sei litri al minuto, entro ottanta secondi l’acqua avrebbe iniziato ad allagare il pavimento.
Ero intento a controllare l’orologio per scoprire se i miei calcoli erano giusti quando qualcuno mi toccò la spalla. Era il bidello.

La stessa persona che quando ti serve non trovi mai si era teletrasportata dal suo stanzino proprio a un passo da me. Lo vidi guardare dentro il bagno e senza dire una sola parola indicare l’ultima porta in fondo al corridoio.
Finimmo in presidenza. «Matteo Sacchi! Proprio tu! Devo solo ringraziare il nostro collaboratore scolastico se la scuola non si è allagata…» gridò il preside puntandomi un dito a pochi centimetri dal naso.
«Stavamo facendo un esperimento di scienze!» mi difesi mentre il suo viso diventava rosso come se avesse raggiunto il punto di ebollizione a una velocità soprannaturale.
«Stai zitto!» mi intimò.
«Se il signor Franco non fosse intervenuto, avrei chiuso l’acqua prima che bagnasse il pavimento!»
Era la verità, ma sapevo che suonava come una bugia.
«Ho detto di chiudere la bocca! Non vedo l’ora di parlare con tuo padre e tua madre. Ora fila a fare il compito di Matematica!»
Sapevo che li avrebbe chiamati. E, infatti, li chiamò.